Una storia di mare
Può una storia di mare non essere ambientata al mare ? Forse si!
Gli ingredienti ci sono.
Una vela bianca, un piccolo scafo che scorre sull’acqua, un pizzico d’avventura e come in tante storie il sentimento dell’amore, vero motore delle nostre azioni.
Quindi ….
Dopo un duro lavoro di pulizia, Abracadabra molla le cime di prua sulla boa e bolina verso Sud. Il sole è alto ed il cielo terso. Una splendida giornata e, complice l’orario feriale, nessun’altra barca in giro.
Navighiamo per la prima volta insieme da soli e l’istinto guida i nostri movimenti; con poche parole manovriamo bene ed in sintonia: è una sorpresa grande perché finora non aveva mai collaborato durante le numerose uscite in equipaggio.
Avremmo dovuto conoscerci così tanti mesi fa e vivere questa magia oggi è ancora più dolce.
Il vento è teso e per tenere su il Genoa prendiamo una mano, ci vorrebbe un po di peso sopravvento, ma siamo soli … ah ah ah. Poco dopo il Castello di Corenno Plinio ci ormeggiamo ad una boa per goderci insieme il pranzo con le mani libere e fare una meritata siesta.
Non abbiamo le luci di navigazione ed ora che il sole tramonta dobbiamo cercare rifugi . Proviamo ad entrare nel porticciolo della Punta ma il fondale è veramente basso, il vento sta ormai mollando, il motorino fuoribordo è ingolfato e non vuole saperne di partire.
Ma noi siamo felici e sereni: ha talmente fiducia in me che a bordo non c’è traccia di preoccupazione.
Ci aiutiamo con una pagaia e tirate su di nuovo le vele guadagniamo un po di acqua, un refolo ci sospinge al largo e con la deriva tirata su riusciamo a spingerci sino a San Giovanni.
Ormeggiamo abusivamente su un corpo morto ed ostruiamo quasi completamente l’imboccatura di questo piccolo porticciolo pieno di fascino e stipato di barche.
Andiamo a cenare nella trattoria del pescatore che è rientrato poco dopo noi in compagnia del fedele Labrador Ice e dopo cena visitiamo il bel museo del museo degli strumenti di navigazione del Sig Gin.
All’alba salpiamo e ripercorriamo i nostri passi bolinando da una sponda all’altra, poi ormeggiamo, sempre a vela, a San Vito dove ci regaliamo una buona colazione. Complice il poco vento ed il sole ci tuffiamo con le vele a riva.
Siamo di nuovo in boa, Abracadabra è tornata a casa regalandoci una nuova magia ed il suo primo campeggio nautico.